Francesco Pasolini e Cinzia Camillini abitano a San Giovanni in Marignano in provincia di Rimini (Italia), membri di Comunità Papa Giovanni XXIII. Testimoniano la loro esperienza di condivisione diretta a “La Pietra Scartata”, Cooperativa sociale Apg23 sita in Italia.
Che bello essere coinvolti nel famoso “librotto” guida per i campi di condivisione e tesoro di “cose vecchie e nuove” in formato tascabile e giovane!
Ci è stato chiesto di raccontare una storia, la nostra, almeno per un pezzo.., che aiuti voi e noi tutti a diventare sempre più sostenibili, un punto fondamentale del decalogo della nuova “Economia di condivisione”, la quale cerca di tradurre in concreto azioni e pensieri nuovi per “liberare i prigionieri e spezzare il giogo della schiavitù” del nostro tempo.
Ma veniamo a noi… non siamo più 2 ragazzini come quando avevamo tra le mani un librotto simile a questo e partecipavamo ai campi di condivisione estivi.
Siamo sposati dal 1999, abbiamo 4 figli naturali e contribuito a far crescere un “figlio aggiunto”:
“La Pietra Scartata..” un centro socio occupazionale a S. Clemente di Rimini (parte della cooperativa La Fraternità).
Questo progetto (un po’ anomalo per la verità) tiene insieme in un’unica realtà la parte produttiva e commerciale di un’impresa lavorativa e le caratteristiche di un luogo di accoglienza e condivisione dove i più fragili diventano protagonisti di bene e di buono.
Ora anche “questo figlio” sta diventando adulto (è nato nel 1987)… ma questo è il presente e ci arriveremo dopo…
Gli ingredienti principali de La Pietra Scartata dunque sono: accoglienza, condivisione, fraternità, preghiera, pazienza, perdono, come in una famiglia… il tutto però in un contesto di lavoro vero, pensato per rispondere al “grido della terra e dei poveri”, che deve “stare in piedi” ed essere “sostenibile” anche economicamente, insomma il vangelo e il bilancio devono camminare insieme!
Io e Cinzia dunque lavoriamo e viviamo la nostra vocazione (membri APG23) in questo progetto da circa 20 anni, come responsabile commerciale (Cinzia) e coordinatore (Francesco), in risposta ad una ricerca e ad una chiamata: “Vieni e Seguimi”! Ma dove? Perché proprio io? Non ho esperienza? Non ho titoli specifici?
Io Francesco sono cresciuto in una delle prime case famiglie della Comunità Papa Giovanni XXIII (da quando avevo 1 anno, nel 1974), e dopo aver camminato per 12 anni in seminario, ho incontrato Cinzia e un nuovo progetto di vita: il sacramento del matrimonio.
Proprio in uno di questi campi di condivisione a Canazei, Cinzia ha ricevuto la mia telefonata (il 22 giugno del 1996) in cui le dicevo che avevo deciso di incominciare un cammino nuovo insieme a lei!
Sostenibilità penso sia anche essere aperti, disponibili e liberi per poter cambiare prospettiva, strada, lasciare tutto per la “perla preziosa”, fidandoci che “Colui che ci Ama” e chiAma, guida il nostro cammino!
Io Cinzia al tempo del matrimonio lavoravo felicemente in un’agenzia di viaggi a Riccione e avevo conosciuto la Comunità Papa Giovanni XXIII e quello che sarebbe diventato, anni dopo, mio suocero e la sua casa famiglia. Mi parlava spesso della Pietra Scartata e del bisogno di una segretaria, ma io lasciavo sempre cadere l’invito perché mi piaceva proprio il mio lavoro ….finché dopo un po’ di mesi mi ha portato fisicamente a vedere questa realtà. Ho ricevuto un’accoglienza eccezionale, ho ricevuto sorrisi e abbracci da chi in quel momento era al lavoro e, soprattutto ho visto lavorare persone che non avrei mai immaginato potessero farlo….ho incontrato persone che per giustizia “spendevano” la loro professionalità con amore e lì ho capito che nel mio lavoro mi mancava qualcosa…la condivisione! Il giorno successivo mi sono licenziata, perché desideravo fare parte di questo progetto di Bene e di giustizia.
Mentre Cinzia lavorava ancora in agenzia viaggi, io dopo 5 anni come insegnante di religione nelle scuole elementari cominciavo a realizzare che non era quello che dovevo e volevo continuare a fare; cresceva in me il desiderio di sperimentare un lavoro diverso da vivere in fraternità, dove aiutarsi e sostenersi e sperimentare un’economia diversa, (il lavoro al servizio dell’uomo e del creato), ed ecco una nuova chiamata, la proposta de La Pietra Scartata… un progetto che, al contrario di Cinzia, conoscevo già bene e avevo visto nascere e crescere dalla mia casa famiglia, un progetto in cui le fragilità e le difficoltà non erano, e non sono ancora oggi, motivo di esclusione dal mondo del lavoro ma sfida nel dimostrare che “insieme si può fare”, che nessuno mai può essere considerato un inutile scarto, che “l’uomo non è il suo errore” e che ciascuno ha qualcosa di buono da dare.
Nel concreto condividiamo quotidianamente insieme a 25 ragazzi (circa) con disabilità o disagio sociale e 4/5 provenienti da un progetto alternativo al carcere (CEC): tutti sono coinvolti in un vero ciclo produttivo, insieme trasformiamo e commercializziamo prodotti alimentari biologici di alta qualità a marchio “La Madre Terra”. Un lavoro vero a tutti gli effetti che porta sul mercato italiano ed estero circa 180 prodotti a base di frutta e verdura (confetture, succhi, passate di pomodoro, creme vegetali, sughi, cioccolata spalmabile, ecc). I piccoli che realizzano prodotti da grandi!
Questa la sfida e la profezia da ormai 33 anni, che non potrebbe “stare in piedi”… “senza stare in ginocchio”(come ci ricordava don Oreste), per poter imparare ogni giorno a vivere in armonia, in pace con l’uomo e la natura tutta.
Sostenibilità è certamente non lasciare indietro nessuno e stare a fianco di chi fa più fatica per sostenerlo e spronarlo a tirare fuori il meglio!
In questo però, ci ricordava sempre don Oreste, non c’è distinzione tra “chi salva e chi è salvato”, tra “chi accoglie e chi è accolto”, ci si salva insieme!
La scoperta di essere ciascuno un dono unico e prezioso per l’altro genera davvero un’economia di condivisione e di pace che produce frutti inaspettati e crea Sostenibilità stabile e duratura, guarisce in profondità le ferite del cuore e ricostruisce dignità e giustizia perché rimuove alla radice le cause del conflitto, del rifiuto, del profitto egoistico che sono i principi della società attuale.
“Rimuovere le cause” dell’ingiustizia: questa è la grande profezia (sempre più attuale) a cui siamo chiamati, è la “chiave” per realizzare “cieli nuovi e terra nuova” e la “società del gratuito” (come la definiva sempre d. Oreste).
Se riconosco che è ingiusto scartare delle persone dal mondo economico e produttivo, perché non sufficienti, non “sostenibili” secondo il criterio della massimizzazione del profitto, devo rimuovere le cause di questa ingiustizia: cambiare pensiero e costruire una nuova cultura fondata su nuovi presupposti (il lavoro è un diritto di ogni uomo ed è uno strumento per il benessere di ogni uomo e della società, non il contrario: l’uomo schiavo del lavoro!).
“La Madre Terra”, il marchio dei nostri prodotti, oggi è riconosciuto come un marchio di eccellenza, per la qualità degli stessi, per la serietà di chi li produce e per il valore aggiunto che realizza mettendo al primo posto la cura di ogni persona (a partire dalle più deboli) e dell’ambiente. Prendono vita quindi prodotti artigianali e gustosi, che vengono realizzati puntando sulla qualità delle materie prime, su un rapporto di fiducia e giusto con i tanti piccoli produttori coinvolti e con i clienti finali, i quali, scegliendo i nostri prodotti, “votano” e contribuiscono a realizzare un’economia “sostenibile” a misura d’uomo e rispettosa dell’ambiente. La scelta del biologico già nel 1987 quando ancora non era conosciuto né di moda, è una naturale conseguenza: se desideri prenderti cura dell’uomo (a partire dal più fragile) non puoi non avere cura dell’ambiente in cui vive e con cui è in relazione profonda. Ogni forma di violenza e inquinamento deriva da un inquinamento di valori, che inevitabilmente porteranno ferite e conflitto.
Sostenibilità allora è promuovere un processo alimentare sano, pulito, nutrizionalmente ricco e adeguato, frutto di piccole economie locali piuttosto di un sistema alimentare monopolio delle grandi multinazionali che impoverisce, inquina e ammala (la terra, l’aria, l’acqua e l’uomo) producendo enormi scarti e “schiavi”(persone dipendenti dal supermercato per sfamarsi).
Abbiamo “barattato”, per un presunto benessere, le capacità e conoscenze fondamentali per la nostra autosufficienza: saper “prenderci cura” delle nostre famiglie producendo cibo e cure, valorizzando al meglio i doni che Dio ha dato ad ognuno per poter vivere in armonia.
Non ci sono 2 crisi distinte, ci ricorda Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”, ma una sola crisi sociale e ambientale, a cui rispondere in modo urgente, risoluto, con una visione ampia, panoramica che ci permetta di cogliere le connessioni di fondo dei singoli problemi: Tutto è connesso!
Tutti noi siamo connessi (non solo tecnologicamente e virtualmente), siamo di fatto parte dell’unico sistema ecologico per natura. San Paolo diceva “siamo un unico corpo”, Don Oreste ci ricordava che “se un membro soffre tutto il corpo soffre… e le parti più deboli sono le più necessarie, di cui dobbiamo preoccuparci”.
E’ dunque sostenibile tutto quello che rispetta la natura e l’identità delle cose facendo unità, (comunione), è sostenibile chi si accosta alla vita non con l’arroganza dell’apprendista stregone ma con l’umiltà del pellegrino che cerca i segni del passaggio di Dio!
Se ti abbiamo incuriosito, vieni a trovarci, sarà bello “sostenerci” a vicenda! Inoltre come ha fatto Gesù: “Vieni e vedi!” Si impara dall’esperienza, dalla vita, il resto sono nozioni che non ci cambiano il cuore!
E’ davvero il tempo di fare un “mondo nuovo”, dai ci stai?
Puoi conoscerci intanto virtualmente visitando il sito
Un abbraccio!
Francesco Pasolini
Cinzia Camillini