Crediamo che ogni persona debba essere messa nelle condizioni di svolgere un’attività concreta, adatta alle proprie capacità, di qualsiasi tipo esse siano. Ciò è possibile solo all’interno di un sistema inclusivo, che permetta a tutti di contribuire alla crescita della società e di ricoprire un ruolo definito e riconosciuto.

“Ogni uomo non valorizzato, che abbia l’1% o il 100% di capacità da dare, impoverisce la società” (cit. don Oreste Benzi)

Dal manifesto dei Giovani APG23 verso Assisi 2020 “Economy of Francesco”

APRIAMO IL CUORE ALLA BEATITUDINE

“Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5,6)

Vieni Spirito Santo, donaci di vivere il lavoro quotidiano come possibilità di valorizzare ogni creatura !

APRIAMO LE ORECCHIE ALLA PAROLA

Dal Vangelo secondo Matteo (20,1-16)
Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito di nuovo verso le nove del mattino, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: “Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che è giusto”. Ed essi andarono. Poi, uscito ancora verso mezzogiorno e verso le tre, fece lo stesso. Uscito ancora verso le cinque, ne trovò degli altri che se ne stavano là e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?” Essi gli dissero: “Perché nessuno ci ha assunti”. Egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi”. Allora vennero quelli delle cinque del pomeriggio e ricevettero un denaro ciascuno.
Venuti i primi, pensavano di ricevere di più; ma ebbero anch’essi un denaro per ciascuno.
Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: “Questi ultimi hanno fatto un’ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo”. Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose ciò che voglio? Oppure sei invidioso perché io sono buono?” Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.


APRIAMO LA MENTE ALLA VITA
Gli operai assunti per primi si lamentano, perché si vedono pagati allo stesso modo di quelli che hanno lavorato di meno. Questa “ingiustizia” del padrone serve a provocare, in chi ascolta la parabola, un salto di livello, perché qui Gesù non vuole parlare del problema del lavoro o del giusto salario, ma del Regno di Dio! E il messaggio è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina – non umana, per nostra fortuna! –, cioè la salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione. Una salvezza che non è meritata, ma donata – la salvezza è gratuita -, per cui «gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Gesù vuole aprire i nostri cuori alla logica dell’amore del Padre, che è gratuito e generoso. Vuole farci contemplare lo sguardo di quel padrone: lo sguardo con cui vede ognuno degli operai in attesa di lavoro, e li chiama ad andare nella sua vigna, uno sguardo pieno di attenzione, di benevolenza; è uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno di noi, vuole una vita piena, impegnata, salvata dal vuoto e dall’inerzia. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’amore del nostro Dio, del nostro Dio che è Padre.
Papa Francesco, Angelus 24 settembre 2017

APRIAMO LE MANI AL PADRE
Cosa sazia la nostra sete di giustizia, che mondo sogniamo?

APRIAMO LA BOCCA PER RINGRAZIARE
dal Salmo 42

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?

Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.