Quello che stai virtualmente sfogliando è un vero e proprio diario, fatto di spunti di riflessione, meditazione, per meglio valutare ed agire, ma è anche un documento aperto che può essere arricchito dai tuoi contributi, proprio come si scrive sul proprio diario.
Certo non sarà un diario segreto, ma certe cose è bello condividerle e più siamo meglio è.
Quest’anno il diario che ogni anno accompagna i campi estivi si chiama “The Green Diary” e nasce dalle parole che cinque anni fa Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’ ci consegnava: “Il grido della terra e dei poveri non può più aspettare”.
Con questo spirito la Comunità Papa Giovanni XXIII si sta impegnando, con urgenza e passione, nel cercare di ascoltare, osservare e agire secondo le logiche di una ecologia integrale. Sono nati diversi mondi vitali e percorsi ispirati a questi principi e “The Green Diary” va ad aggiungersi a questa tensione educativa e di azione.
È ovvio che tutto è per tutti
È ovvio che tutto è per tutti: la luce e il calore del sole, il mare e l’acqua, le ricchezze del sottosuolo e ciò che produce la terra.
A nessuno è lecito appropriarsene. A tutti è fatto obbligo di produrre e distribuire. La corsa dei popoli e dei singoli ad appropriarsi del di più del necessario, è guerra spietata, tanto più feroce, quanto più coperta da mille ipocrisie.
I santi sono coloro che hanno capito e diventano i profeti della gratuità e dell’onestà.
Il problema della pace è un problema di onestà, di giustizia e di amore. “Che cosa hai tu che non ti sia dato?”. Non si tratta di espropriare qualcuno ma di giustizia, perché chi ha avuto molto non ne abbia di troppo e chi ha avuto poco non ne abbia a mancare (cfr. 2Cor 8,14).
Grande è stata la conquista dei primi cristiani, nessuno riteneva proprio ciò che possedeva, ma fra loro era tutto in comune, e ognuno prendeva secondo il suo bisogno (cfr. At 2 e 4).
La loro gioia proveniva dal fatto che tutti avevano il necessario secondo il bisogno reale. Questa è stata una svolta nuova nella storia. E’ possibile, oggi, riprendere e attuare quella svolta rivoluzionaria? Sì! E’ necessario però arrivare gradualmente a un governo mondiale che programmi la distribuzione dei beni di Dio a tutti, partendo dai bisogni reali essenziali e necessari e che dia la possibilità di lavorare a tutti secondo le originalità di ognuno.
Il primo passo da compiere, è aprire l’accesso al sapere e alle tecnologie più avanzate a tutti.
Sorgente di questa nuova concezione universale è la dottrina sociale della Chiesa.
Don Oreste Benzi,
fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII
(dalla lettera trimestrale n. 39 del 15-05-2004)
È ovvio che tutto è per tutti
Don Oreste Benzi fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII
È ovvio che tutto è per tutti: la luce e il calore del sole, il mare e l’acqua, le ricchezze del sottosuolo e ciò che produce la terra.
A nessuno è lecito appropriarsene. A tutti è fatto obbligo di produrre e distribuire.La corsa dei popoli e dei singoli ad appropriarsi del di più del necessario, è guerra spietata, tanto più feroce, quanto più coperta da mille ipocrisie.
I santi sono coloro che hanno capito e diventano i profeti della gratuità e dell’onestà.
Chi prima capisce, prima è responsabile, custode della Terra
E’ tutto un bene che il buon Dio ci ha dato per condividere, perché sia di tutti, perché la gioia sia di tutti, ma perché la gioia sia di tutti dobbiamo essere responsabili.
Se siamo custodi della Terra siamo anche molto rispettosi e attenti al grido dei poveri.
Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII
Chi prima capisce, prima è responsabile, custode della Terra
Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII
E’ tutto un bene che il buon Dio ci ha dato per condividere, perché sia di tutti, perché la gioia sia di tutti, ma perché la gioia sia di tutti dobbiamo essere responsabili.
Se siamo custodi della Terra siamo anche molto rispettosi e attenti al grido dei poveri.