Crediamo che i beni materiali così come quelli spirituali siano ricevuti in dono. Si supera così il concetto di proprietà e ciascuna persona diventa quindi amministratore delle risorse in una società in cui ciascuno dà e riceve a seconda del proprio reale bisogno.

“Abbiamo perso il concetto che ciò che abbiamo è di tutti e ognuno deve prenderne solo una parte” (cit. don Oreste Benzi)

Dal manifesto dei Giovani APG23 verso Assisi 2020 “Economy of Francesco”

APRIAMO IL CUORE ALLA BEATITUDINE

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3)

Vieni Spirito Santo, donaci la consapevolezza che tutto è dono da custodire e condividere!

APRIAMO LE ORECCHIE ALLA PAROLA

Dal Vangelo secondo Luca (12,42-48)

«Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

APRIAMO LA MENTE ALLA VITA

Nel primo quadro, l’amministratore esegue fedelmente i suoi compiti e riceve la ricompensa. Nel secondo quadro, l’amministratore abusa della sua autorità e percuote i servi, per cui, al ritorno improvviso del padrone, verrà punito. Questa scena descrive una situazione frequente anche ai nostri giorni: tante ingiustizie, violenze e cattiverie quotidiane nascono dall’idea di comportarci come padroni della vita degli altri. Abbiamo un solo padrone a cui non piace farsi chiamarsi “padrone” ma “Padre”. Noi tutti siamo servi, peccatori e figli: Lui è l’unico Padre.

Come nella parabola il padrone affida ai servi la custodia dei suoi beni, così Dio ha affidato all’uomo, a me, a te, il suo creato perché ciascuno di noi, in fedeltà al suo progetto, sia capace di servirsene senza spadroneggiare ma con l’intento di consegnarlo alle future generazioni perché anch’esse, come noi, ne godano appieno.

Di tutto ciò che compiamo nella nostra vita: progetti, sogni, realizzazioni, relazioni, scelte, un giorno ne dovremo rendere conto, perché non dimentichiamocelo mai siamo di passaggio, siamo amministratori e non padroni.

Papa Francesco, Angelus, 7 agosto 2016

APRIAMO LE MANI AL PADRE

Cosa chiediamo oggi, cosa ci avvicina al regno dei cieli e cosa ci impedisce di condividere ciò che abbiamo con chi ne è privo?

APRIAMO LA BOCCA PER RINGRAZIARE
dal Salmo 34

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.

Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.

I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.