Estratti dal “Diario di Sandra Sabattini”
7-8/10/1978
[…] Ricordati sempre, Sandra: chi più ha ricevuto, più è chiamato a dare. E io sento di aver ricevuto veramente tanto sino ad ora, troppo. Tutto quello che Tu mi hai dato, amore, una famiglia, degli amici, gambe, braccia non posso più tenerli solo per me, in funzione di me stessa, ma raggiungono lo scopo per il quale Tu me li hai donati solo se in funzione degli altri. E questo non è un discorso astratto che scrivo solo per aver sentito dire da qualcuno che tutto ciò è bene, ma è un qualcosa che sento dentro; sento giorno per giorno che l’insoddisfazione, l’apatia hanno il sopravvento e che il compimento al mio essere è negli altri, gli altri mi sono indispensabili e nel mio andare agli ultimi non c’è una donazione univoca, ma biunivoca.
24/04/1982
[…] La coppia e la famiglia diventano chiesa domestica quando in esse interviene lo Spirito: amore come tra Cristo e Chiesa = amore nella coppia. E come la Chiesa è per il mondo ed universale, così la famiglia acquista l’universalità. […] La radice ultima da cui nasce la comunione della coppia e della famiglia sta nello spirito che non s’aggiunge dall’esterno ma penetra dentro assumendola e modificandola. […] Il legame con la vocazione è stretto e grande. Ne viene il riconoscimento dell’altro come immagine di Dio (e non come marito, padre…). L’incontro è gratuito, non interessato. Logica dalla gratuità: tu ami perché sei amore, perché Dio ti ha pensato in un amore di coppia. Tu hai valore non perché me lo dimostri, ma perché il valore è in te. Per il fatto che entri nella logica della gratuità ti apri a tutti quelli che non hanno questo amore.
dagli scritti di don Oreste Benzi
In cammino verso la Tre Giorni Generale 2015: LA COPPIA E LA FAMIGLIA NELLA NOSTRA VOCAZIONE
Dio ha creato l’uomo e l’ha creato come Adamo, cioè un essere-per che non ha limite nel suo essere. È evidente che l’uomo e la donna tendono all’infinito. Allora i due devono capire che insieme camminano verso l’infinito, solo così sono se stessi e risolvono ogni problema. Ma se i due non camminano verso l’infinito o camminano su due piani sfalsati, ne pagano tutte le conseguenze. L’uomo non è fatto per il limite ma per l’infinito: la sua destinazione è il mistero di Dio. La casa famiglia si inserisce in maniera stupenda in questa realtà di donazione d’amore senza limite. Uno non può mai smettere di generare, è canto di vita! Allora la casa famiglia non fa altro che far emergere questa tensione profonda che è destinazione all’infinito, che è mistero, che è dono. Voi non avete mai avuto dei problemi perché avete amato troppo! I problemi li avete quando non amate più o quando amate poco.
L’impostazione umana sul dare e sull’avere, sulla presentazione della nota spese dopo aver operato, è un’organizzazione umana totalmente insufficiente che genera soltanto odio, guerra e lotta. Il cristiano, invece, proprio perché immerso nell’amore che lo Spirito Santo ha diffuso nei nostri cuori, è chiamato ad un altro modo di esistere su questa terra ed è il modo di esistere nel gratuito. Se noi dovessimo andare davanti a Dio e presentargli la lista delle spese, la nota del nostro credito nei suoi confronti, saremmo veramente ridicoli. Perché? Chi sei tu? Dove eri tu? Tu sei soltanto una espressione di un amore gratuito di Dio che continua a mantenerti nell’essere. O entri in quella gratuità, o tu non sei te stesso. Proviamo di vedere in concreto. Un padre e una madre che non entrano nella gratuità sono incapaci, essenzialmente incapaci, di amarsi: la prima gratuità tu la provi nei confronti della tua moglie, nei confronti del tuo marito. In realtà, tu non hai sposato lui/lei perché aveva queste qualità e quelle capacità, o soltanto perché tu avevi bisogno di uno/una che ti completasse psicologicamente; tu ti sei messa/o insieme perché il tuo modo di essere è con quell’uomo e con quella donna. E il tuo esistere è totalmente gratuito. Anche se tu, per ipotesi, non ricevessi nulla dall’altro, il tuo modo di essere non cambierebbe affatto, perché sei in un altro rapporto. Così pure un padre e una madre sono strutturalmente incapaci di educare se non sono nella gratuità, perché essi si sentiranno creditori nei confronti dei figli, allo stesso modo in cui si sentono creditori l’uno verso l’altro, incapaci anche di balbettare. Si sentiranno allora preoccupati nel portare avanti i propri figli, perché avranno un qualcosa di proprio da portare ad un determinato livello di esistenza, un qualcosa di posseduto, un qualcosa che appartiene loro. È totalmente sbagliato! Soltanto nella gratuità completa del tuo essere col tuo figlio, al di là delle attese che tu hai per te, soltanto per un dono di te stesso completamente gioioso e gratuito, tu diventi capace di intendere, di scegliere e di volere. La famiglia è davvero lo spazio dell’amore gratuito.
Che significa famiglia? La famiglia è una realtà in cui si creano rapporti personalizzati, continuativi, tra i componenti, costituita necessariamente da una figura femminile ed una figura maschile o almeno da una di esse, che svolgono la funzione materna e paterna. Queste figure devono essere: affettivamente disponibili, gratuite, uniche, continuative. Non si può essere padre e madre a ore. La famiglia è una realtà composita: in essa ci sono grandi e piccoli, sani e anche figli in difficoltà; i suoi componenti non sono scelti per fasce d’età o per sesso o per handicap. Si ha una vera famiglia anche quando una figura maschile e femminile rigenerano nell’amore coloro che non hanno generato fisicamente e svolgono continuativamente la funzione paterna e materna verso di loro.
Perché la famiglia è indispensabile? Conosco tanti educatori che operano in strutture per minori e danno se stessi con amore e dedizione ammirabili; alcuni di loro mi hanno detto, soffrendo, che il momento più brutto e negativo del loro servizio è quando finiscono il loro turno di lavoro e devono lasciare i bambini e questi chiedono: perché non mi porti a casa tua?
La casa famiglia è una profezia, perché in essa c’è posto per ognuno. Per l’anziano che ha un suo ruolo nella vita, perché il nonno ha un valore unico e non esiste un altro valore simile al suo. Per l’handicappato grave e gravissimo che vive accanto al fratello che non ha problemi di salute. Per maschi e femmine, perché quello che può dare una donna nella sua bellezza interiore, nel suo cammino, nella sua purezza, nessun altro lo può dare; così quello che può dare l’uomo nel suo vigore, nella sua capacità di affrontare la vita, nessun altro lo può dare. Così c’è posto per i bimbi ammalati di Aids, per i nostri fratelli ammalati di Aids, che muoiono non più da soli ma con noi, nelle nostre case. Ma chi può dare quello che una bambina dà al fratello? Chi può dare quello che un bambino handicappato dà alla famiglia: quella capacità di decentrare l’essere umano e impedirgli l’incapsulamento foriero di desideri di fuga dalla vita? Chi è che farà mai questo? […] In casa debbono esserci genitori, fratello, sorella, nonno, zio… e allora il bambino vive in pieno: è la relazione che guarisce. […] Vi chiedo allora di dare inizio ad una nuova epoca, dove sia ascoltato soltanto il grido dei poveri, dei bambini. Mettiamoci insieme per rispondere a questo grido.